Russell Westbrook e Zion Williamson svelano il motivo per cui deridono l’altezza di altri giocatori NBA con la celebre “Too Small“. Dai piccoli playmaker ai possenti giganti, passando per i giocatori potenti a metà strada, la celebre “Too Small” ha conquistato l’intera NBA!
Un trend che ha preso piede nella lega statunitense di pallacanestro è diventato l’argomento del momento: la “Too Small” celebration. E due giocatori che hanno contribuito a renderla famosa sono Russell Westbrook e Zion Williamson. Questi astuti atleti hanno recentemente spiegato le motivazioni dietro il loro gesto di derisione nei confronti dei giocatori di altezza inferiore.
Da Russell Westbrook a Zion Williamson
L’abbiamo visto fare ogni volta che mette a segno un canestro. Si piega in avanti, tende il braccio verso il pavimento e tiene la mano parallela al terreno. E non manca mai di accompagnare questa mossa con l’esclamazione “È troppo piccolo!”. Stiamo parlando di Zion Williamson, la giovane stella dei New Orleans Pelicans, che ha adottato come sua celebrazione personale questa particolare espressione di superiorità.
Ma da dove nasce questa moda di sfidare i difensori avversari e proclamare pubblicamente, nei loro confronti, di essere troppo piccoli per riuscire a fermare il proprio talento? La risposta va ricercata nella NBA, la lega di pallacanestro più seguita al mondo, dove la chiarezza dei messaggi e delle espressioni è sempre stata una caratteristica.
Prima di Zion, ad adottare quest’espressione era stato Russell Westbrook, una delle personalità più carismatiche e combattive della lega. Westbrook è noto non solo per le sue straordinarie prestazioni sul campo, ma anche per la sua abitudine di celebrare un canestro difficile cullando un ipotetico bambino tra le braccia. Tuttavia, l’ala degli Houston Rockets ha deciso di aggiungere una nuova arma al suo repertorio celebrativo, esclamando “È troppo piccolo!” quando trova un difensore che osa sfidarlo nella sua area di competenza.

Una filosofia di gioco
In realtà, quella di Westbrook non è una semplice esclamazione di sfida, ma nasconde una vera e propria filosofia di gioco. Come ha dichiarato lui stesso, raramente si trova ad affrontare avversari della sua stessa posizione, in quanto le squadre avversarie preferiscono adottare strategie difensive alternative per fermarlo. Tuttavia, quando trova un giocatore che lo marca direttamente, Westbrook si sente compiaciuto e si diverte a punirlo, dimostrandogli in modo palese la sua superiorità.
E così, quel 13 gennaio 2018, proprio contro i Charlotte Hornets, Westbrook ha messo a segno un jumper con fallo, dopo aver indotto il difensore Malik Monk a mordere l’esca. Con la mano destra parallela al terreno e appena sotto la vita, Westbrook non ha potuto fare a meno di esclamare “Too Small”, lasciando un segno indelebile nella storia della NBA.
D’altra parte, Zion Williamson ha spiegato che adotta questa celebrazione per i suoi fan. Il giovane fenomeno dei Pelicans si diverte a offrire spettacolo e a coinvolgere il pubblico presente nelle arene, dimostrando la sua superiorità sui difensori avversari. È diventato un simbolo di potenza e dominio fisico, un punto di riferimento per i suoi compagni di squadra e per tutti i tifosi che lo seguono assiduamente.
Insomma, la celebrazione “Too Small”, nata con Russell Westbrook e adottata da Zion Williamson, si è ormai consolidata come un punto fermo nella NBA. È diventata un modo per i giocatori di sfidare apertamente i difensori avversari, proclamando la propria superiorità sotto canestro. Un gesto che ha conquistato i tifosi e che resterà nella storia della pallacanestro mondiale.